Street fashion: dalla strada ai blog
Di Valeria Scotti
Piccola grande rivoluzione quella che, negli ultimi tempi, ha scosso il sistema classico della moda. Rivoluzione positiva che prende il nome di “street fashion” e arriva direttamente dal Giappone.
E allora ecco un capo classico, firmato o talvolta anonimo, perdere la sua originale immagine per essere trasformato da chi lo indossa. Forbici, ago e filo e una sola parola d’ordine: personalizzare.
Certo, alle sfilate si partecipa ancora e con piacere, ma il vero essere trendy lo si impara solo per strada. E punto di ritrovo non poteva che essere il web. Tanto che il New York Times, dopo essersi accorto di questi movimenti, ha iniziato a dedicare una rubrica al fenomeno.
Se volete anche voi scendere in questa strada virtuale e farvi una passeggiata, niente di più semplice. A pochi passi da noi c’è Fashionhunter.net, il sito italiano dedicato alla street fashion. E poi è d’obbligo spostarsi all’estero. Streetpeeper.com, ad esempio, raccoglie il meglio dai marciapiedi delle più grandi metropoli, New York, Los Angeles, Tokyo, Parigi, Sidney, Seul; London street fashion si concentra sugli abitanti appunto di Londra; Streetfancy.blogspot indaga per le strade di San Francisco grazie a Matthew L. Gates, blogger di fama; la Svezia propone The Fashionist, gestito però da un italiano residente a Stoccolma, Fosco Giulianelli. Non siete ancora paghi? E allora c’è il Giappone con Style-Arena, AsiaJam o The Sartorialist, il più famoso perché entrato nell’elenco dei 100 blog più influenti del 2007 grazie alla rivista Time.
Fino ad arrivare all’autogestione, ma che sia ordinata: scegliete il vostro look, scattatevi una foto e inviatela subito al blog Share your look.
Il successo, e un po’ di celebrità, sono assicurate.


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